L'opera di Liotta, dedicata "Ai Siciliani di ieri e di oggi" si svolge, tra storia e fantasia, su un palcoscenico temporale che va dalla fine del Vespro Siciliano, marzo 1292, alla metà del Seicento. L'idea è scaturita, allo storico Raimondo Lentini, dal ritrovamento di documenti medievali inediti (ASP, Archivio Moncada di Palermo). Tali documenti così intriganti e coinvolgenti: matrimonio non consumato, adulterio, sesso, annullamento, stupro… sono atti notarili redatti parte in latino e parte in siciliano medievale che, tra l'altro, rappresentano anche una preziosità linguistica.
"Ancora una volta il mito e la storia offrono stimoli interessanti per una pubblicazione che, insieme ai suoi personaggi conduce dai palazzi reali di Palermo attraverso contee e feudi della Sicilia occidentale. Parte della vicenda, come una sorta di rappresenazione treatrale o di film in costume d'epoca, si svolge tra eleganti ricevimenti e raffinati banchetti e dolci melodie e muove dalla Corte reale di Palermo.
Da una delle diverse storie d'amore narrate emerge la straordinaria modernità della contessa Beatrice, una donna di incredibile forza e determinazione, che non vuole rinunciare alla propria femminilità, non intende vivere rassegnata e inerte in un mondo tutto al maschile e perciò sconvolge i tabù dell'onore, del potere e della virilità tra loro da sempre strettamente intrecciati, specialmente in quell'epoca. Beatrice butta all'aria i cliché consueti delle donne del suo tempo, affermando un modello che solo secoli dopo, si sarebbe detto della parità dei sessi e del femminismo e vince lo scontro con il marito, (da lei accusato di impotenza). Il Tribunale ecclesiasatico di Palermo, anche questo un fatto non consueto, dà ragione ad una donna" (C. Pumilia).
Perciò Liotta si è subito premurato di dare al romanzo un taglio che fosse subito visto come un'esposizione variegata di storie d'amore. Così come quelle autentiche anche quelle da lui immaginate ben s'inseriscono anche in quel contesto storico nazionale. E, per introdurre subito la trama nell'ambientazione storica dell'epoca ha creduto opportuno esordire col primo capitolo che parla dell'amor cortese, l'"Amour cortois", tratto da una novella del Decamerone, per giungere fino a quello celestiale "L'Amore più grande" .
Non mancano le avventure vissute in deserti lontani, o tenere vicende d'amore, o cruenti fatti di sangue e di faide.
Il primo ed il penultimo capitolo, due esempi tra gli altri, per ribadire come l'amore casto, virtuoso, è sempre vittorioso e come specialmente quello mistico sia capace di ricongiungere perfino a quell'unico Amore, inenarrabile per la Sua perfezione…
Eppure lo stesso tema dell'amore qui comprimario nella trama, anche per lenire le amare delusioni dei certe pagine storiche nostrane, è anch'esso un innocente pretesto: infatti interagisce nel romanzo con la funzione di accompagnare la narrazione e di legarla a quei e a questi nostri tempi.